Negozi chiusi domenica e per le feste:
la proposta di legge della Lega segue quella del M5S
Vediamo in cosa consiste la proposta
che taglia le liberalizzazioni volute dal governo Monti in materia di
commercio
Il sei settembre in commissione
Attività produttive è stato definito l’iter per rivedere le
liberalizzazioni di Monti sugli orari di apertura degli esercizi
commerciali. Si va verso le chiusure festive e domenicali con
possibilità di alcune deroghe che verranno definite nelle prossime
settimane, ha fatto sapere Michele Dell’Orco (M5S), sottosegretario
alle Infrastrutture e ai Trasporti. Addio negozi aperti H24? E’
quasi sicuro, occorre solo capire quale proposta di legge presentata
alla Camera passserà, se quella deputato M5S e sottosegretario allo
Sviluppo economico Davide Crippa, che ha firmato un testo insieme ai
parlamentari pentastellati Massimiliano De Toma, Rachele Silvestri e
Andrea Vallascas, oppure se il testo a prima firma Saltamartini
(Lega). E’ certo che Crippa e Saltamartini si sono incontrati,
evidentemente per mettere a punto un testo uniformato con le diverse
proposte. Di sicuro cambieranno un bel po’ di cose nel settore del
commercio. Vediamo allora in cosa consiste la proposta che taglia le
liberalizzazioni volute dal governo Monti in materia di orario dei
negozi.
UNA LEGGE CONTRO L’ART.31 DEL DECRETO
‘SALVA ITALIA’
La proposta di legge che modifica gli
orari di apertura degli esercizi commerciali prevede un totale
massimo di 12 giorni l’anno di festività lavorate per ogni singolo
esercizio commerciale, con un 25% degli esercizi aperti in ogni
comune, divisi per settore merceologico, che rispettino turni a
rotazione stabiliti a livello comunale. La limitazione delle aperture
nei giorni festivi è in deroga alle sole domeniche del mese di
dicembre oltre ad altre quattro domeniche o festività durante
l’anno.
Al momento, in base all’articolo 31
del decreto Salva Italia del 2011, non c’è alcun obbligo da parte
degli esercenti di tenere chiuso in determinati orari, anzi c’è
libertà totale sulle aperture domenicali e festive.
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negozi chiusi durante le feste
Se passasse la proposta grillina, in
pratica la liberalizzazione completa resterebbe sì, ma solo per gli
esercizi commerciali delle località turistiche. Per tutti gli altri
negozi e attività commerciali sparsi in Italia ci sarebbero da
seguire le norme stabilite a livello locale. Questo perché, secondo
Crippa, occorre dare un freno alla liberalizzazione prevista dal
decreto Monti, colpevole di aver penalizzato le piccole realtà,
perché ‘non operando alcuna distinzione tra piccoli e grandi
esercenti, li pone in condizione di concorrenza diretta e spietata,
senza mediazione alcuna’.
Inoltre la proposta di legge si compone
di un altro articolo in cui si dispone la creazione di un
Osservatorio sulle aperture domenicali e festive presso il ministero
dello Sviluppo Economico, in modo da verificare gli effetti della
regolazione delle aperture domenicali e festive prevista dalle legge.
Dovrebbe essere composto da dieci membri tra funzionari del Mise,
rappresentanti delle organizzazioni di categoria, sindacali e dei
consumatori, che per il loro lavoro non percepiranno compensi.
Il commento del rappresentante
sindacale
“Abbiamo analizzato la proposta di
Legge che prevede un ritorno ad una regolamentazione con il massimo
del 25% delle aperture domenicali e festive e dal progetto sono
escluse le zone turistiche, ma su questo il Sottosegretario ha
lasciato spazi d’intervento e invieremo al Ministero le nostre
integrazioni. Abbiamo affrontato i temi della precarietà e dello
sfruttamento e anche su questo il Ministero si è mostrato attento e
ha dichiarato di voler rivedere il sistema ispettivo. Il nostro
impegno non si conclude oggi, ma prosegue al fianco dei milioni dei
senza domeniche”, ha commentato Francesco Iacovone, dell’esecutivo
nazionale Cobas.