Toscana, sciopero dei benzinai ex Esso
130 pompe di benzina ferme per sciopero
Dalle 19 del 24 luglio a tutto il giorno del 25 luglio 2018
Sciopero dei benzinai di 'Petrolifera Adriatica' (ex Esso) in Toscana, Marche e Abruzzo, a partire dalle ore 19 di oggi, martedì 24 luglio, e per tutta la giornata di domani, mercoledì 25 luglio 2018.
"Il 25 luglio gli impianti a marchio esso di Abruzzo, Marche e Toscana, resteranno chiusi in segno di protesta contro Petrolifera Adriatica, subentrata nella proprietà degli impianti alla Esso italiana SRL, che si rifiuta di applicare l’accordo economico e normativo vigente e pratica condizioni unilaterali peggiorative ai gestori della rete, violando le leggi di settore", scrive in una nota la Federazione Autonoma Italiana Benzinai.
"Questa è la protesta indetta da Faib Fegica e Figisc che vedrà la chiusura degli impianti dalle 19.00 del 24 luglio alle 07.00 del 26 luglio, nelle regioni interessate".
Secondo la Regione, saranno oltre 130 le pompe di benzina che resteranno ferme domani in Toscana a causa dell'agitazione dei benzinai. I rappresentanti dei gestori illustreranno la protesta e le sue ragioni domani alle ore 12.15 nella sala stampa 'Cutuli' di palazzo Sacrati Strozzi, in piazza Duomo 10 a Firenze.
Parteciperanno l'assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo, Andrea Stefanelli presidente regionale Faib Confesercenti e Marino Milighetti, presidente regionale Figisc Confcommercio.
"La mobilitazione denuncia l’arroganza di chi ha acquistato la rete Esso pensando di scaricare i costi acquisizione sui gestori, contro la politica dell’azienda che impunemente ha deciso di negare la validità di accordi sottoscritti in forza di legge, per fare cassa. Faib Fegica e Figisc denunciano il tentativo di stravolgere la normativa di settore, di imporre unilateralmente la legge del più forte, di imporre la prassi illegale degli accordi individuali, imposta con pressioni varie, di azzerare i diritti dei gestori e riportare al dopo guerra le condizioni di lavoro della categoria, senza diritti e senza dignità", scrive ancora la Faib.