Ne ha dato notizia il sito “tuttosullegalline.it”, un sito specializzato, dedicato all’allevamento avicolo.
SCHEDA TECNICA
Il Mugellese è un galliforme di taglia piccola (una bantam autentica, come si dice in gergo avicolo), estremamente vivace e dalla corporatura non eccessivamente esile; i tarsi sono abbastanza corti, color carne, e le forme generali ricordano quelle di un polletto di campagna (come può esserlo ad esempio anche la Mericanel).
Le colorazioni più comuni sono la “fromentina” (dorata frumento – per la similitudine al colore del frumento maturo) e la collo oro, la colorazione “base” di molte razze di polli, quella più vicina alla colorazione del pollo selvatico (Gallus gallus).
Questa razza avicola era estremamente diffusa fino alla metà del 1900 in alcune località toscane, in particolare nel Mugello (Firenze), area dalla quale ha ereditato anche il nome. Veniva utilizzata per la cova di molti selvatici come fagiani, pernici e starne (ricordiamo la Toscana essere terra con radicata tradizione venatoria) e impiegata anche come balia per le uova di galline da reddito, le cosiddette “ovaiole“, come ad esempio la Livornese. La sua taglia non eccessivamente piccola (le femmine pesano attorno agli 800 gr. e i maschi attorno al chilogrammo) ne fece anche un polletto interessante e famoso per le sue squisite carni, celebrate dalle molteplici ricette toscane.
Con la fine della produzione, a livello “familiare”, dei selvatici, e l’avvento delle incubatrici amatoriali e professionali, la Gallina Mugellese fu costretta ad un declino crescente e velocissimo. Le incubatrici a buon mercato, le galline ovaiole e i broilers da carne presero la scena insieme al cambiamento dello stile di vita in campagna. La piccola Mugellese, che una volta popolava le aie toscane e che tutti conoscevano, divenne una razza relitta, sopravvissuta per caso e per rusticità in alcune zone isolate e in sporadiche case, dove la tradizione e l’amore per questo simpatico animale lo fece resistere al cambiamento