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IN TOSCANA, al confine tra MUGELLO e VAL DI SIEVE, prendendo da DICOMANO la direzione verso FORLì, dopo circa 10 chilometri quasi al confine con la ROMAGNA , tra la valle dell'ACQUA CHETA ed il MONTE FALTERONA, troviamo il paese di SAN GODENZO, nella cui famosa abazia nel 1302 DANTE ALIGHIERI convenne con gli esuli guelfi bianchi e Ghibellini.
SAN GODENZO comune della MONTAGNA FIORENTINA ha una notevole estensione territoriale ed ha un dislivello tra il punto più alto (M. Falco, m 1658) e quello più basso (oltre Ponte alla Corella, m 240) di oltre 1400 metri, mostrando delle caratteristiche rudemente alpestri, con monti strapiombanti e profonde vallate. Dal territorio del Comune di San Godenzo, nella frazione de Il CASTAGNO D'ANDREA è possibile entrare nell'area protetta del PARCO NAZIONALE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA e CAMPIGNA, una tra le piu'suggestive porte del versante fiorentino del Parco.
Modem libero, rimane il nodo della fibra fino a casa
Il 31 dicembre entrerà in vigore la delibera AgCom che ci permette di usare il modem che preferiamo ma per la fibra ci sono ancora dubbi
Si dice modem libero ma la questione è più ingarbugliata di quanto si pensi. Il 31 dicembre entrerà in vigore la delibera AgCom 348/18/CONS che permette a ogni utente di scegliere liberamente quale modem utilizzare per connettersi alla Rete. In pratica non dovremo più usare gli apparati offerti dal provider (i vari FastGate, Tim Hub, Vodafone Station, tanto per dirne alcuni) ma potremo scegliere il dispositivo che preferiamo. Se per le connessioni Vdsl2 o Fttc, quelle per cui si utilizza il vecchio doppino telefonico in rame, ci sarà vera libertà per la Ftth, fiber to the home, la situazione non è così semplice. Si tratta della rete in fibra che arriva fino a casa dell’utente, quella che permette di ottenere la vera rete ultraveloce. Ma su questo tipo di tecnologia resta un nodo cruciale, che si chiama «Ont».
Cos’è l’Ont
Acronimo di Optical Network Terminal, è il dispositivo in cui entra fisicamente la fibra ottica. È integrato all'interno del modem ed è protetto dall'operatore tramite un codice. Nell'ottica del modem libero anche questa porzione di apparato dovrebbe essere sbloccata ma non è detto e diversi operatori tra i più grandi stanno facendo lobby per fare in modo che rimanga a loro appannaggio. «La delibera copre tutte le apparecchiature installate all'interno della casa dell'utente e alimentate dall'elettricità presa dalla rete dell'utente quindi anche l'Ont ricade cade nell'ambito applicativo modem libero», spiega Gabriele Matteo Fiorentini, coordinatore della Free Modem Alliance, alleanza che riunisce tutte quelle realtà italiane che si stanno battendo per il modem libero, «Quello che vogliono far valere gli operatori è un'eccezione tecnica», prosegue Fiorentini, «Già da qualche giorno gli operatori dovrebbero aver inviato ad Agcom una comunicazione su come intendono adeguarsi alla delibera per i nuovi contatti e coloro che vogliono tenere sotto controllo l'Ont avranno creato un'argomentazione tecnica per eccepire a questa cosa anche se non si sa ancora». Ad ogni modo, prosegue l'avvocato, «a livello tecnico non c'è bisogno di un Ont proprietario. È una scelta degli operatori chiuderlo e anch'esso quindi può essere liberato, tanto più che è già dentro agli apparati».
Come risolvere il problema
Quindi la liberazione anche di questo componente potrebbe essere semplice. L'unico requisito tecnico richiesto sarebbe la comunicare al provider quando si collega il nostro Ont. In soldoni, diciamo al provider che abbiamo connesso il nostro Ont, lui ci dà la chiave per farlo funzionare e il sistema è libero. Si potrebbe ipotizzare anche un sistema automatico: usando l'app del provider, un sito web o un software basterebbe scannerizzare il codice a barre del nostro Ont e il provider lo libera. «Noi ci aspettiamo che alcuni operatori proveranno a sfruttare questa gabola dell'Ont per limitare alcuni effetti della delibera», spiega Fiorentini, «Permetteranno magari il modem libero ma da attaccare a un Ont fornito da loro. Una soluzione che a noi non va bene»
Perché i provider ci tengono tanto al loro modem?
Perché però si lotta sull'Ont? Perché i provider vogliono che si usi il loro modem? «Per loro il modem è una parte della propria rete e hanno organizzato un'infrastruttura su questo modello e non vogliono affrontare il costo di transizione». Ma c'è di più: «Avere l'apparecchiatura sotto il proprio controllo permette al provider di avere un cavallo di Troia per entrare a casa dell'utente, per acquisire preziosi dati dalla sua rete. Dati che possono essere usati anche per pratiche del tutto lecite ovviamente come per esempio adeguare la velocità della rete alle richieste del pubblico», puntualizza Fiorentini. Ma c'è anche un lato più oscuro. «La diffusione dell'Iot, degli oggetti connessi, fornisce un controllo più penetrante nella rete dell'utente o dell'impresa. I dati scambiati tra i vari dispositivi connessi non circolano sul web perché rimangono all'interno della rete dell'utente», prosegue Fiorentini. E quindi avere un modem proprietario da cui passano quei dati significa averli e poterli usare. «Nella peggiore delle ipotesi, si può pensare ai provider che offrono servizi legati agli apparati Iot più utilizzati. L'ottimizzazione verso determinati produttori sembra buona ma non lo è perché si modifica il funzionamento dell'apparato per prediligere alcuni rispetto ad altri, determinati servizi rispetto ad altri».