I genitori che avevano presentato l'autocertificazione a inizio anno avevano tempo fino a oggi per dimostrare l'effettiva vaccinazione dei loro figli per asili e materne
A partire da oggi non potranno essere ammessi negli asili e nelle materne i bambini non vaccinati, come previsto dal decreto legge Lorenzin approvato nell’estate del 2017. Le limitazioni si applicheranno nel caso in cui i genitori avessero presentato un’autocertificazione sull’avvenuta vaccinazione a inizio anno scolastico, quindi nello scorso settembre, senza poi dimostrare concretamente di avere fatto somministrare i vaccini ai loro figli. Il decreto Lorenzin prevede inoltre una multa per chi frequenta la scuola dell’obbligo tra i 7 e i 16 anni senza essere in regola con le vaccinazioni; la sanzione non è però stata quasi mai applicata finora.
Nei giorni scorsi il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, aveva proposto alla sua collega della Salute, Giulia Grillo, di concedere una proroga per rinviare la piena applicazione del decreto Lorenzin sui divieti per l’accesso a scuola. Pur essendosi dichiarata più volte contraria a un obbligo per i vaccini, Grillo non ha dato seguito alla richiesta di Salvini, mantenendo invariata l’impostazione del decreto e le previste limitazioni di accesso.
Da oggi, quindi, i bambini non vaccinati non potranno essere accolti negli asili nido e nelle scuole materne, salvo i loro genitori non dimostrino concretamente di averli vaccinati. Non è chiaro quanti siano i bambini in queste condizioni, ma dai dati circolati finora si parla di qualche centinaio in tutta Italia. I genitori contrari alle vaccinazioni avevano del resto già deciso di non mandare all’asilo i loro figli, evitando in questo modo l’obbligo.
In diverse regioni, come nel Lazio e in Toscana, sono state attivate da tempo anagrafi digitali per tenere traccia delle vaccinazioni. Questi sistemi hanno semplificato la verifica delle autocertificazioni, anche nel caso di vaccinazioni tardive effettuate comunque entro la scadenza di oggi. Le scuole hanno potuto verificare l’effettiva vaccinazione dei bambini e degli studenti coinvolti, in autonomia e quindi senza la necessità di richiedere documentazione ai genitori.
I dati disponibili finora indicano che l’obbligo vaccinale per l’ingresso a scuola sta funzionando. Nelle cinque regioni italiane più grandi le coperture sono tornate sopra al 95 per cento, un risultato che permette di tutelare non solo i vaccinati ma anche i bambini che non possono ricevere i vaccini per particolari motivi di salute, e che sarebbero quindi più esposti al rischio di contrarre malattie.