Benvenuto

Benvenuto nel sito “Insangodenzo”, questo sito raccoglie tutte le informazioni sugli operatori turistici, attività commerciali, artigiani e piccoli produttori agricoli, news curiosità e quant'altro riguarda gli eventi nel comune di San Godenzo.

IN TOSCANA, al confine tra MUGELLO e VAL DI SIEVE, prendendo da DICOMANO la direzione verso FORLì, dopo circa 10 chilometri quasi al confine con la ROMAGNA , tra la valle dell'ACQUA CHETA ed il MONTE FALTERONA, troviamo il paese di SAN GODENZO, nella cui famosa abazia nel 1302 DANTE ALIGHIERI convenne con gli esuli guelfi bianchi e Ghibellini.

SAN GODENZO comune della MONTAGNA FIORENTINA ha una notevole estensione territoriale ed ha un dislivello tra il punto più alto (M. Falco, m 1658) e quello più basso (oltre Ponte alla Corella, m 240) di oltre 1400 metri, mostrando delle caratteristiche rudemente alpestri, con monti strapiombanti e profonde vallate. Dal territorio del Comune di San Godenzo, nella frazione de Il CASTAGNO D'ANDREA è possibile entrare nell'area protetta del PARCO NAZIONALE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA e CAMPIGNA, una tra le piu'suggestive porte del versante fiorentino del Parco.

giovedì 26 aprile 2018

WhatsApp «vietato» ai minori di 16 anni? Ecco perché è un divieto «finto»

WhatsApp «vietato» ai minori di 16 anni? Ecco perché è un divieto «finto»

Stop agli under 16 che vivono in Europa, per adeguarsi alle norme Ue sulla privacy. Ma molti piccoli utenti già mentono sull’età. E le indicazioni sul consenso dei genitori sono vaghe

Cari bambini e genitori, benvenuti nell’ Europa della tutela dei dati personali online. Cosa cambia? Praticamente niente. Se in questi anni i piccoli utenti hanno mentito sull’ età per iscriversi a Facebook e per usare WhatsApp o per navigare su YouTube probabilmente continueranno a farlo.

Le novità annunciate dalle piattaforme nelle ultime settimane non contengono reali stravolgimenti del rapporto con i minori, ma un adeguamento più che altro formale al Regolamento europeo per la privacy che entrerà in vigore il prossimo 25 maggio. La norma fissa l’ età in cui un giovane utente si può emancipare e può iniziare a scorrazzare da solo su Internet: 16 anni.

I singoli Paesi potranno poi portarla a 13 (l’Italia non ha ancora deciso). Prima del raggiungimento della maggiore età 2.0, i genitori sono chiamati a dare il consenso al trattamento dei dati dei figli. Quindi, di fatto, devono dirsi in qualche modo d’ accordo alla creazione di un profilo, all’ interazione con gli altri e al tracciamento ai fini della raccolta pubblicitaria, su cui si basa l’ intera economia della Rete, dei loro pargoli.

WhatsApp ha preso apparentemente alla lettera la richiesta: in Europa, prima dei 16 anni, o dell’ età indicata da singoli Paesi, l’app non si potrà usare. Così recitano i nuovi termini di servizio. Peccato che, quando si scarica e si inizia a utilizzare l’applicazione di messaggistica non si deve in alcun modo comunicare la propria data di nascita. Il ragazzino o la ragazzina deve limitarsi ad avere una Sim telefonica (che in Italia è legata a un’ identità certificata) per poter iniziare a comunicare con lo smartphone e, nel caso in cui usi il servizio dallo schermo del computer, a seminare tracce in Rete.

Così è stato fino a oggi, anche ignorando l’ attuale limite dei 13 anni, che rimarrà inalterato nel resto del mondo: secondo i dati Telefono Azzurro/Doxa del 2017, il 73% degli under 13 comunica abitualmente su WhatsApp. Stesso discorso per Facebook, cui l’ app di messaggistica verde fa capo: il 44% dei giovanissimi mente sull’ età per poter creare un profilo. Adesso, chi ha fra i 13 e i 15 anni sarà formalmente obbligato a esibire il consenso dei genitori per (continuare a) condividere sul social network da più di due miliardi di utenti informazioni sensibili, come preferenze sessuali o opinioni politiche, e ricevere messaggi pubblicitari personalizzati. Come? Indicando un contatto sul social o un indirizzo email. Che potrebbero appartenere a chiunque.

Anche WhatsApp domanda l’ ok dei genitori, con una formula non troppo chiara: al Corriere, la società ha spiegato che «servirà a elaborare determinati tipi di dati dei 13-15enni». L’ avvocato esperto di digitale Fulvio Sarzana sottolinea che la richiesta si potrebbe anche interpretare come «consenso per stipula di un contratto, che in Italia si può siglare a 18 anni». Ci si chiede, più che altro, ancora una volta come possa essere registrato. E soprattutto, cosa sarà di chi ha sempre mentito sull’ età? La risposta arriva dagli Stati Uniti, dove il limite dei 13 anni è già stabilito da una legge, il Children’ s Online Privacy Protection Act. E dove i ragazzini popolano indisturbati le piattaforme, venendo profilati come adulti, come è stato contestato a YouTube - che ai più piccoli offre (anche) l’ area Kids - a inizio aprile. C’ è, quindi, una zona grigia che sta per varcare l’ Oceano, senza dimenticare come la presenza e le abitudini dei giovanissimi siano indispensabili per chi vive della partecipazione attiva degli utenti. E che i più titolati per spiegare regole, pericoli e opportunità restano i genitori.