Conad, Esselunga, Carrefour, Lidl e persino McDonald’s: che siano tradizionali, biologiche o Igp, le mele sono vendute nelle botteghe dei fruttivendoli così come nei supermercati e nei discount. E pure nei fast food. Ma quanto sane e salutari sono le mele che acquistiamo?
Quello che non tutti sanno, infatti, è che la mela è uno dei frutti più delicati e soggetti a parassiti e funghi. Per questo necessita di svariati trattamenti con sostanze chimiche durante tutto il ciclo produttivo. È davvero così salutare, dunque, come tradizione popolare ha sempre sostenuto?
La rivista Il Salvagente ha messo sotto la lente di ingrandimento 22 campioni di diverse marche comprate in supermercati, discount, negozi bio più comuni in Italia e perfino in un fast food per scovare tutti i pesticidi, metalli pesanti e tossine e capire anche quali siano le migliori. L’inchiesta, dal titolo “La mela proibita”, è pubblicata nel numero di gennaio, in edicola dal 28 dicembre, de Il Salvagente.
Sotto esame le mele di: Coop, Conad, Esselunga, Lidl, Carrefour, Eurospin, Pam&Panorama, Todis, Simply, Castoro, Almaverde Bio Market, Naturasì e McDonald’s.
Fatta eccezione per il fast food che serve la mela a fette in bustina e non indica la tipologia sull’etichetta, tutti i campioni sono stati analizzati come esemplari interi e appartenenti alle più diffuse varietà reperibili sul mercato: Gala, Stark (red) delicious, Pink lady, Kanzi.
Per effettuare i test oggettivi e indipendenti è stata presa in considerazione la presenza di residui derivanti da diverse sostanze nocive, come metalli pesanti, rame, pesticidi e patulina.
Dalle analisi sono emersi ben 14 pesticidi rinvenuti sulle bucce delle mele, con un esemplare (mela stark acquistata da Todis) che ne ha raccolti addirittura 5 differenti.
Ci dobbiamo preoccupare? Non esattamente. In nessuno dei casi presi in esame sono stati superati i limiti massimi previsti dalla legge, ma la quantità di molecole presenti ci obbliga comunque a porre una certa attenzione per scongiurare l’effetto moltiplicatore della sommatoria multiresiduo. Ovvero, anche se nessuna delle analisi effettuate ha delineato uno scenario allarmante, i rischi derivanti dall’assunzione ripetuta di sostanze tossiche a basse dosi non è da sottovalutare, come nel caso del piombo (comune a tutte e 22 le mele e che può comportare problemi cardiovascolari) o dei vari insetticidi utilizzati durante il ciclo produttivo.
Le analisi effettuate da Il Salvagente hanno inoltre confermato la maggior qualità del biologico, che non ha mai mostrato residui di pesticidi, mentre nel caso del marchio di garanzia Igp i risultati non sono stati rilevanti: le mele a indicazione geografica protetta si sono piazzate soltanto a metà classifica.
Le mele migliori, totalmente prive di pesticidi e con concentrazioni di piombo e rame nei valori di legge, sono:
- le varietà “Gala Bio Canova” acquistate da Almaverde Bio Market
- le “Stark Biosudtirol” di Naturasì
- le “Red Delicious Bio” di Pam&Panorama
- le “Rosse Bio Gala Bioorganic” di Lidl
Tra quelle che hanno registrato almeno due pesticidi, occupando così la parte bassa della classifica si trovano:
- le mele “Pink Lady” dei supermercati Il Castoro
- le “Stark Naturama” di Esselunga
- le “Stark Melinda” di Todis (cinque pesticidi presenti)
- le “Cripps Pink Pink Lady” di Carrefour
- le “Red Delicious Percorso Qualità” degli ipermercati Conad
Come comprare le mele
Detto ciò, è bene conoscere alcune informazioni utili per fare il miglior acquisto di mele possibili. Le mele, come ormai tutti i prodotti ortofrutticoli, possono essere vendute sia sfuse che preimballate.
Nel primo caso, il venditore deve esporre un cartello o un’etichetta che indichi in maniera paese di origine; denominazione dell’alimento (non necessaria se il prodotto è visibile); categoria e varietà o tipo commerciale; eventuali additivi usati; prezzo al chilo.
Nel primo caso, il venditore deve esporre un cartello o un’etichetta che indichi in maniera paese di origine; denominazione dell’alimento (non necessaria se il prodotto è visibile); categoria e varietà o tipo commerciale; eventuali additivi usati; prezzo al chilo.
Per i prodotti preimballati, ogni confezione deve riportare peso netto; il nome e l’indirizzo o codice di identificazione dell’imballatore e/o dello speditore; denominazione del prodotto se il prodotto non è visibile dall’esterno; denominazione della varietà; origine del prodotto. Obbligatoriamente il paese di origine ed eventualmente la zona di produzione o denominazione nazionale, regionale o locale; caratteristiche commerciali; il calibro (diametro) minimo e massimo.
Le mele, inoltre, sono classificate in tre categorie: I, II e extra. Le mele “extra” sono quelle considerate di categoria superiore. La forma, il calibro e la colorazione devono essere quelli tipici della varietà. Il peduncolo deve essere intatto e la polpa non deve presentare alcun deterioramento.
Le mele della categoria I, invece, devono essere di buona qualità e presentare la forma, il calibro e la colorazione tipici della varietà, seguendo i criteri di colorazione e di rugginosità indicati dalla normativa apposita. La polpa deve essere priva di qualsiasi deterioramento, ma al contrario della categoria extra, sono ammessi alcuni lievi difetti: di forma, di sviluppo, di colorazione, della buccia. Il peduncolo può mancare, purché la rottura sia netta e la buccia intorno non risulti lesionata. Tutte le mele che non possono rientrare nelle categorie sopra citate, finiscono nella categoria II, ma anche in questo caso i frutti devono essere interi, non affetti da marciume o da alterazioni tali da renderli inadatti al consumo.