Le prime ripercussioni in Europa mentre è in arrivo un secondo riscaldamento stratosferico.
Gli effetti del primo intenso riscaldamento stratosferico di dicembre sono accompagnati da alcune irruzioni di aria gelida sul comparto centro orientale europeo. In Italia sono soprattutto le regioni del Centro Sud più interessate dalle precipitazioni con accumuli di neve anche ingenti
Un ingombrante anticiclone persevera invece sull'Europa occidentale dove l'inverno non è pervenuto. Subiscono di questa situazione anche le regioni del Nord Italia e quelle del versante tirrenico dove il muro anticiclonico non permette l'inserimento delle perturbazioni. Sulle Alpi c'è poca neve, conseguenza proprio del tipo di circolazione coi venti settentrionali
Discorso diverso sulle Alpi estere; in Austria e Svizzera le correnti di aria artica apportano ingenti quantitativi di neve con accumuli anche di 2 metri
Il gelo e la neve post dinamica dello Stratwarming imperversano anche su diverse Nazioni Oltralpe come su Polonia, Germania, Romania, Croazia, Slovenia, Slovacchia, Bosnia-Erzegovina, Serbia, Bielorussia e Grecia. Imbiancata Atene.
L'anticiclone addossato all'Europa è una conseguenza del tipo di circolazione da NAO positiva più che da un vortice polare forte come avvenne negli anni 90. In pratica il promontorio si posiziona male.
La Nao è risultata essere positiva in ogni dicembre dal 2010 e in gennaio dal 2011; è stata negativa solo due volte negli ultimi 15 mesi. Lo Stratwarming e lo Split del febbraio 2018 avevano indotto un cambio di segno della NAO smantellando l'anticiclone ma è stato solo temporaneo. Ci sono altri fattori che remano a favore di una NAO positiva su lungo periodo.
Intanto il vortice polare è previsto ricompattarsi nel breve termine. E' atteso dunque una risalita della AO. Ma è in arrivo un nuovo riscaldamento stratosferico dalla Russia che potrebbe determinare un ulteriore indebolimento al vortice polare. Non si tratterebbe di un riscaldamento così intenso come quello precedente ma capace di indebolire il vortice polare che di per sè non gode di ottima salute
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IN TOSCANA, al confine tra MUGELLO e VAL DI SIEVE, prendendo da DICOMANO la direzione verso FORLì, dopo circa 10 chilometri quasi al confine con la ROMAGNA , tra la valle dell'ACQUA CHETA ed il MONTE FALTERONA, troviamo il paese di SAN GODENZO, nella cui famosa abazia nel 1302 DANTE ALIGHIERI convenne con gli esuli guelfi bianchi e Ghibellini.
SAN GODENZO comune della MONTAGNA FIORENTINA ha una notevole estensione territoriale ed ha un dislivello tra il punto più alto (M. Falco, m 1658) e quello più basso (oltre Ponte alla Corella, m 240) di oltre 1400 metri, mostrando delle caratteristiche rudemente alpestri, con monti strapiombanti e profonde vallate. Dal territorio del Comune di San Godenzo, nella frazione de Il CASTAGNO D'ANDREA è possibile entrare nell'area protetta del PARCO NAZIONALE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA e CAMPIGNA, una tra le piu'suggestive porte del versante fiorentino del Parco.
IN TOSCANA, al confine tra MUGELLO e VAL DI SIEVE, prendendo da DICOMANO la direzione verso FORLì, dopo circa 10 chilometri quasi al confine con la ROMAGNA , tra la valle dell'ACQUA CHETA ed il MONTE FALTERONA, troviamo il paese di SAN GODENZO, nella cui famosa abazia nel 1302 DANTE ALIGHIERI convenne con gli esuli guelfi bianchi e Ghibellini.
SAN GODENZO comune della MONTAGNA FIORENTINA ha una notevole estensione territoriale ed ha un dislivello tra il punto più alto (M. Falco, m 1658) e quello più basso (oltre Ponte alla Corella, m 240) di oltre 1400 metri, mostrando delle caratteristiche rudemente alpestri, con monti strapiombanti e profonde vallate. Dal territorio del Comune di San Godenzo, nella frazione de Il CASTAGNO D'ANDREA è possibile entrare nell'area protetta del PARCO NAZIONALE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA e CAMPIGNA, una tra le piu'suggestive porte del versante fiorentino del Parco.