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Benvenuto nel sito “Insangodenzo”, questo sito raccoglie tutte le informazioni sugli operatori turistici, attività commerciali, artigiani e piccoli produttori agricoli, news curiosità e quant'altro riguarda gli eventi nel comune di San Godenzo.

IN TOSCANA, al confine tra MUGELLO e VAL DI SIEVE, prendendo da DICOMANO la direzione verso FORLì, dopo circa 10 chilometri quasi al confine con la ROMAGNA , tra la valle dell'ACQUA CHETA ed il MONTE FALTERONA, troviamo il paese di SAN GODENZO, nella cui famosa abazia nel 1302 DANTE ALIGHIERI convenne con gli esuli guelfi bianchi e Ghibellini.

SAN GODENZO comune della MONTAGNA FIORENTINA ha una notevole estensione territoriale ed ha un dislivello tra il punto più alto (M. Falco, m 1658) e quello più basso (oltre Ponte alla Corella, m 240) di oltre 1400 metri, mostrando delle caratteristiche rudemente alpestri, con monti strapiombanti e profonde vallate. Dal territorio del Comune di San Godenzo, nella frazione de Il CASTAGNO D'ANDREA è possibile entrare nell'area protetta del PARCO NAZIONALE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA e CAMPIGNA, una tra le piu'suggestive porte del versante fiorentino del Parco.

lunedì 27 agosto 2018

OBBLIGO DI ORIGINE IN ETICHETTA ANCHE PER IL POMODORO

OBBLIGO DI ORIGINE IN ETICHETTA ANCHE PER IL POMODORO


POMODORO “TRASPARENTE”  
Da oggi in vigore il decreto che impone origine in etichetta
per sughi, salse e concentrato

Scatta da oggi 27 agosto l’obbligo di indicare in etichetta l’origine dei derivati del pomodoro. A stabilire la nuova regola commerciale è un decreto interministeriale pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso febbraio. “Un nuovo passo importante verso l’informazione più completa ai consumatori: etichette trasparenti non solo per passata ma anche per pelati, polpe, sughi e concentrati”. E’ quanto afferma Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana nell’annunciare l’entrata in vigore del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
Fino ad ieri – sottolinea la Coldiretti – l’obbligo di etichettatura di origine era in vigore in Italia solo per le passate ma non per pelati, polpe, sughi e soprattutto concentrati che l’Italia importa dalla Cina all’anno per un totale di 92 milioni di chili che riportato al fresco significa attorno il 20% della produzione nazionale. Un fiume di pomodoro che – denuncia la Coldiretti – viene poi spacciato nel mondo come italiano per la mancanza di un sistema di etichettatura di origine obbligatorio.
Da oggi con questo decreto – spiega la Coldiretti – si prevede che le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
  1. a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
  2. b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.
Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura “Origine del pomodoro: Italia”. Per consentire lo smaltimento delle scorte – continua la Coldiretti – i prodotti che non soddisfano i requisiti previsti dal decreto, perchè immessi sul mercati o etichettati prima dell’entrata in vigore del provvedimento, possono essere commercializzati entro il termine di conservazione previsto in etichetta.
Anche il mondo agricolo toscano aspettava questo giorno. “Seppure calata nel corso degli ultimi anni la produzione di pomodoro da industria interessa in modo significativo alcune aree della nostra regione – dice Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – soprattutto nelle province di Grosseto, Arezzo, Siena e Livorno, dove si trovano oltre 2200 ettari investiti a pomodoro che interessano 400 imprese agricole”. A conti fatti si tratta di 12milioni di euro di plv agricola regionale.
Ufficio Stampa Coldiretti