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Benvenuto nel sito “Insangodenzo”, questo sito raccoglie tutte le informazioni sugli operatori turistici, attività commerciali, artigiani e piccoli produttori agricoli, news curiosità e quant'altro riguarda gli eventi nel comune di San Godenzo.

IN TOSCANA, al confine tra MUGELLO e VAL DI SIEVE, prendendo da DICOMANO la direzione verso FORLì, dopo circa 10 chilometri quasi al confine con la ROMAGNA , tra la valle dell'ACQUA CHETA ed il MONTE FALTERONA, troviamo il paese di SAN GODENZO, nella cui famosa abazia nel 1302 DANTE ALIGHIERI convenne con gli esuli guelfi bianchi e Ghibellini.

SAN GODENZO comune della MONTAGNA FIORENTINA ha una notevole estensione territoriale ed ha un dislivello tra il punto più alto (M. Falco, m 1658) e quello più basso (oltre Ponte alla Corella, m 240) di oltre 1400 metri, mostrando delle caratteristiche rudemente alpestri, con monti strapiombanti e profonde vallate. Dal territorio del Comune di San Godenzo, nella frazione de Il CASTAGNO D'ANDREA è possibile entrare nell'area protetta del PARCO NAZIONALE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA e CAMPIGNA, una tra le piu'suggestive porte del versante fiorentino del Parco.

venerdì 10 agosto 2018

Tumore del colon retto: arriva una diagnosi veloce, sicura e non invasiva

Tumore del colon retto: arriva una diagnosi veloce, sicura e non invasiva


Grazie alla collaborazione tra un Istituto per la cura dei tumori e il gruppo Diatech, da ora in po avremo a disposizione uno strumento – non invasivo - per la diagnosi del colon retto

Rappresenta una vera rivoluzione in campo oncologico quella messa a punto dal gruppo Diatech, in collaborazione con l’IRST (Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori). Stiamo parlando di un nuovissimo test di laboratorio per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto. L’annuncio è stato dato durante una conferenza stampa nella sede di Meldola dell'Irst. L’innovativo kit prende il nome di «EasyPGX® ready FL-DNA», ed è in grado di identificare lesioni preneoplastiche e neoplastiche del colon retto (CRC).

Addio colonscopia
Quanti di voi sono disposti a fare la colonscopia come test di screening allo scopo di valutare eventuali masse tumorali allo stadio precoce? Probabilmente pochi perché si tratta di un esame altamente invasivo e decisamente poco piacevole. Da ora in poi, però, tutte queste persone potranno affidarsi a un test decisamente più sicuro e innovativo. EasyPGX, infatti, consente di valutare – con una precisione nettamente superiore al sangue occulto nelle feci – il tipo di DNA che proviene dalle cellule di esfoliazione della mucosa del colon. Lo strumento, oltre a non essere invasivo come la colonscopia è anche decisamente più economico perché costa meno di un terzo del prezzo (circa 40 euro contro i 150 della colonscopia).
Una collaborazione ideale
Se molti pazienti avranno finalmente a disposizione metodi non invasivi per la diagnosi di patologie così gravi, lo si deve soprattutto alla collaborazione di due importati realtà: il Gruppo Diatech leader in Italia nel settore della farmacogenetica e farmacogenomica e l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la cura dei Tumori (IRST) IRCCS di Meldola (FC), uno dei principali Centri per la Ricerca Scientifica e Tecnologica in Italia. «Lanciare un prodotto così innovativo, frutto di una partnership iniziata già dal 2006 – dichiara Mattia Altini, Direttore sanitario IRST – rappresenta in modo paradigmatico come il futuro del Servizio Sanitario Nazionale e Regionale dipenda sempre più dalla capacità delle aziende sanitarie di selezionare partner di mercato in grado di valorizzare il know how dei propri professionisti e della ricerca svolta. E’ in questo modo che le intuizioni scientifiche possono esser messe a «valore» per tutto il sistema: siamo certi che quanto raggiungeremo con Diatech potrà «generare» risorse da reinvestire in ricerca e assistenza. È proprio questo l’obiettivo degli Uffici per il Trasferimento Tecnologico e Grant Office che lo stesso Ministero della Salute sta promuovendo e che, già da anni, fa parte della strategia di sviluppo del nostro Istituto».
Come funziona
L’esito del test viene effettuato grazie alle informazioni ottenute dall’esame del sangue occulto fecale (FOBT). Attraverso questo si potranno rilevare i pazienti che hanno maggiori probabilità di avere una lesione pre-neoplastica o neoplastica del colon. «La ricerca del sangue occulto nelle feci (FOBT), il test utilizzato per la diagnosi precoce del tumore del colon-retto nei programmi di screening presenta una bassa specificità, dimostrata dai frequenti risultati falsamente positivi in caso di sanguinamento dovuto a ulcere, diverticolosi, malattia infiammatoria intestinale ed emorroidi. Questo determina il ricorso a successive indagini endoscopiche invasive e costose. Alcuni studi condotti dai ricercatori del nostro Istituto hanno dimostrato, invece, che la quantità dei frammenti di DNA di lunghe dimensioni nelle feci è significativamente più elevata nei pazienti con tumore del colon-retto rispetto ai pazienti con lesioni pre-cancerose e agli individui sani», spiega Daniele Calistri, Responsabile U.O. Diagnostica molecolare avanzata e predittiva. La brutta notizia è che il test sarà presto disponibile per il mercato estero mentre l’Italia è ancora in attesa di un partner.
Un test sicuro e innovativo
«Si tratta di un test biologico e non chimico particolarmente innovativo basato su una specifica metodica di analisi del DNA fecale. Mentre il sangue occulto ci fornisce un’informazione puntuale su un aspetto, ovvero la perdita microscopica di sangue associata alle forme anche abbastanza precoci ma non precocissime del carcinoma del colon retto, il test da noi sviluppato e brevettato ci permette di ottenere informazioni molto più approfondite. Oltre a migliorare la diagnostica del FOBT, quindi, potremo individuare la tipologia dell’alterazione del DNA e informazioni quali-quantitative sui livelli di rischio evolutivo sia di lesioni precancerose sia della stessa storia naturale del tumore individuato. Inoltre, il test può anche essere utilizzato nel monitoraggio dei soggetti già operati per tumore del colon che, come noto, sono esposti al rischio di successive recidive loco-regionali. Queste sono le applicazioni cliniche più interessanti, le quali richiedono però che il materiale fecale sia raccolto e conservato nelle migliori condizioni. Si potrebbero anche intravedere futuri sviluppi di utilizzo del test per monitorare, ad esempio, gli effetti terapeutici di trattamenti in soggetti con persistenza del tumore primitivo, ma questo aspetto richiederà ulteriori approfondimenti», cocnlude il prof. Dino Amadori, Direttore scientifico emerito dell’IRST.